Mucche al pascolo

IL COSTO NASCOSTO DELLA CARNE

Contributo di Chiara Taverna

Nelle ultime settimane, Generavivo ha assistito con interesse ad alcuni degli incontri - per questa edizione, online - della Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili Fa’ la cosa giusta: ne sono nati spunti di riflessione che vogliamo condividere.

da Il costo nascosto della carne (appuntamento del 23/11/2020 ore 18.00)

È necessario riflettere sul costo della filiera: spesso, il consumatore non è indotto a quantificare il lavoro e la fatica necessaria per portare il prodotto dalla terra alla tavola, anche nel settore della carne. Se in un fast-food pago poco il mio cibo, a quanto ammonterà il costo sociale? Devono essere considerati sfruttamento della manodopera, fitofarmaci o antibiotici nei mangimi, allevamenti intensivi… Pensare alla carne non può essere disgiunto da altri temi ambientali, come il clima, l’inquinamento o la deforestazione.

Ecco alcuni punti sui quali riflettere.

Benessere degli animali allevati: si stima che, dall’alba dei tempi ad oggi, siano vissuti complessivamente sulla Terra 113 miliardi di esseri umani. Secondo un’altra stima, ogni singolo anno, oltre 150 miliardi di animali sono destinati alla macellazione. Sono numeri che devono essere comunicati e devono costituire fonte di serie riflessioni per ognuno di noi: il nostro modello alimentare è basato sul consumo eccessivo di carne e questa continua domanda ha fatto sì che negli ultimi decenni si siano moltiplicati gli allevamenti intensivi. In Italia, si calcola che il consumo di carne sia di circa 80 kg a testa all’anno, quindi come se ognuno di noi (bambini compresi) mangiasse più di 2 etti di carne al giorno.  Sempre in Italia, sono più di 600.000 gli animali macellati ogni anno.

Nell’allevamento intensivo, gli animali si nutrono con mangimi a base soprattutto di mais e soia. Questi prodotti vengono quindi coltivati su vastissima scala, attraverso la deforestazione di enormi aree e la conseguente privazione di biodiversità sul territorio (in Italia, il 70% delle superfici agricole sono a monoculture per mangimi, fenomeno che si concentra nella Pianura Padana, così come la maggior parte degli allevamenti intensivi).

La distruzione dell’habitat naturale di molti animali influisce sulla distanza finora mantenuta tra animali selvatici e uomo. Così, la deforestazione ha conseguenze importanti sulla diffusione delle malattie: il recente rapporto internazionale sulla biodiversità parla di 1.700.000 virus in circolazione, metà dei quali potrebbero arrivare all’uomo.

Tutto questo è stato ben documentato nel docu-film “Deforestazione made in Italy” di Francesco De Augustinis (visibile online: https://www.deforestazionemadeinitaly.it/) e nel suo prossimo lavoro One Earth https://www.one-earth.it/

Etichetta trasparente: in Italia, siamo grandi utilizzatori di antibiotici sia ad uso umano che animale, spesso a scopo preventivo e non curativo. Questo determina la creazione di ceppi resistenti e la difficoltà di combattere in modo efficacie delle malattie che si diffondono.

Purtroppo, non c’è grande trasparenza dell’etichetta. Il benessere degli animali non viene certificato da enti, ma dallo stesso produttore tramite autocertificazione secondo propri parametri. Questo genera confusione tra i consumatori. Occorre invece arrivare a una chiarezza dell’etichetta, così come avviene per le uova: utile sapere che, da quando esiste la codifica delle uova, il 40% in più di galline viene allevato all’aperto, segno che la domanda di maggiore trasparenza ed eco-sostenibilità dal basso induce il mercato ad adeguarsi.

Occorre infine una linea coraggiosa dei governi: l’allevamento bio è la risposta. Purtroppo però, dal 2004 al 2016, circa 320.000 piccole e medie aziende - dove sarebbe più facile avere una transizione green - hanno venduto ai grandi allevamenti.

Il ruolo dei Gruppi di Acquisto Solidale e delle reti di economia solidale sempre più diffuse, che aiutano e sostengono i piccoli produttori accertandosi del benessere vero degli animali allevati, potrebbe essere davvero fondamentale.

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